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    Personaggi Come Strumenti (narrazione alveare)

Lo scrittore, in quanto anche narratore, ha la responsabilità della caratterizzazione dinamica (durante la lettura) del personaggio, responsabile della sua identificazione: riporta ciò che esso dice, fa o pensa.
Questo è possibile adattando il linguaggio al personaggio stesso, come una specie di guaina elastica. La correlazione del linguaggio al personaggio non è una cosa semplice.
Il narratore conosce i suoi pensieri, i suoi segreti, il suo inconscio, i modi di reazione... ha pieno accesso alla sua mente. Questa condizione è chiamata Condizione Alveare: il personaggio viene filtrato tramite il linguaggio del proprio lettore. Per questo, la trattazione del sistema narrativo non deve essere generalizzata.
Ogni scrittore dovrà prima di tutto stabilire le concezioni, i modi di sentire e di percepire del suo personaggio fittizio. Dopo potrà stabilire quale linguaggio narrativo appropriato potrà impiegare.
Non tutti hanno uguali modi di percepire emozioni, per esempio. Ad un personaggio molto contrastato non si addicono evoluzioni descrittive molto artefatte e leziose.
L'impiego di molti verbi di contrasto potrà asservire a tale funzione, compendiata da forme descrittive che coloriscano per bene modalità reattive. L'uso di dialetti o di forme più arcaiche potrebbero essere perfette.
Pensate ad un saggio o ad uno studioso: per questi si addice un dire ed un fare più consono, impiegando termini arcaici, in disuso. L'uso deve essere effettivo e non solo meramente condizionato dai canoni letterari.
La sezione discorsiva, dovrà presentare realmente i suddetti termini. L'uso del rosso inerente all'ardore, alla rabbia, la correlazione del fuoco per gli stati passionali o del ghiaccio per momenti di pieno cinismo. Questo presuppone grande studio e sperimentazione, specialmente sulla psicologia di un individuo.








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